lunedì 4 agosto 2014

"Non hanno pane? Dategli le brioches!"

Probabilmente Maria Antonietta non ironizzò testualmente, ma mi piace titolare questo post, ricorrendo a ciò che questa spezzante battuta, seppur con tutta probabilità mai pronunciata dalla regina di Francia, intrinsecamente significa. È opinione comunemente diffusa che un governo, qualunque governo, a prescindere dalla sua natura e dall'orientamento politico, debba esercitare le proprie funzioni ponendosi l'obiettivo di soddisfare le esigenze del popolo sul quale esercita la propria autorità. Di qualunque governo si tratti, pare ragionevole riconoscergli questo onere-onore, almeno in teoria. Come frequentemente avviene, la teoria, che pure si colloca al di sopra della pratica, da quest'ultima, all'occasione, viene prevaricata. Senza negare la validità teorica del precetto secondo cui un governo dovrebbe soddisfare le esigenze dei cittadini o sudditi che siano, la Storia ci ha mostrato troppe volte ( e continua a mostrarcelo ) come esso, nella pratica, sia stato contraddetto con incredibile regolarità. Senza focalizzarci ora sui casi particolari, occorrerà analizzare il problema nella sua essenza. La soddisfazione di un popolo è, e sarà sempre, proporzionale al livello di soddisfazione fino a quel momento raggiunto; in altri termini, se un popolo ha sempre vissuto nell'agio e nella ricchezza, non troverà appagamento in un provvedimento che non gli conferisca uguale o maggiore agiatezza. Certamente, entro i limiti del possibile, un "buon governo" dovrebbe adoperarsi per una crescita esponenziale del livello di soddisfazione dei governati, ma ciò, senza entrare nello specifico, richiederebbe ai governanti capacità politiche e morali che la Storia ci ha insegnato essere merce rarissima, o perlomeno ci ha mostrato come sia molto difficile veder convivere nel medesimo individuo entrambe le qualità. La drammatica situazione socio-economica attuale, più o meno diffusa, se escludiamo eccezioni sociali precise, non si deve considerare come il fallimento delle varie strategie politiche dei governanti, quanto piuttosto come la loro perversa vittoria. Infatti, abbassando la soglia del benessere, i vari governi hanno al contempo abbassato la soglia della soddisfazione. Un popolo affamato si accontenterà del pane, un popolo agiato pretenderà diritti. E i diritti, si sa, sono molto difficili da concedere, soprattutto per coloro che non dispongono contemporaneamente delle due capacità sopraccitate.

Matteo Andriola

9 commenti:

  1. Buongiorno dottor Andriola, in questi giorni, dopo aver letto il suo articolo, non ho potuto far altro che riflettere su questo argomento. Non è chiaramente la prima volta che in questi anni questo argomento sia stato affrontato normalmente in un bar tra amici o alla macchina del caffè tra colleghi. Come, chiaramente, si sentono dire sempre le solite becere frasi ‘sono solo dei ladri’, ‘bisogna fare’, ‘saprei io cosa fare a questi qua’, ‘li metterei 16 ore davanti ad un tornio’, e così via. Questa volta però, leggendo il titolo e immaginando il contesto, mi sono passate per la mente una miriade di situazioni passate e presenti che hanno creato una fitta serie di domande e dubbi alle quali non riesco più a dare un filo logico, un pò come la crisi di mezza età, quando un giorno ti svegli e tutte quelle che per te erano certezze e fondamenta della propria esistenza fossero nient'altro che fumo. O come in quel film ‘pillola rossa o pillola blu, sta a te scegliere. Continuare a vivere come vogliono loro o vedere la vita reale’. Dopo questa premessa comincio a porle alla sua attenzione i miei vari pensieri, confidando in una sua risposta che possa dare di nuovo quelle certezze che al momento ho perso. In primis quello che mi fa riflettere è, ma stiamo si così male? Se mi guardo attorno vedo disoccupazione e precariato diffuso. Ma non vedo quella disperazione che dovrebbe esserci. Questo perché nei vari discorsi che sento sono ‘i miei mi stanno dando una mano e mi dicono di non preoccuparmi che ci sono loro’. Loro? A questo punto mi chiedo se quelli che ora hanno una certa età sono le nuove banche su cui basarci? Come fanno ad avere tutta questa sicurezza? Sono stati loro i ladri fino adesso o i politici? Sono loro che ci hanno derubato del futuro? La nostra lotta deve essere fatta contro i politici o contro i nostri genitori e nonni che hanno approfittato del magna magna? Su una base quasi matematica ci si rende conto che i popoli sviluppati non sono altro che degli inetti. Non sono in grado di ribellarsi a quelle ingiustizie. Accettano di buon grado le decisioni altrui, mugugnando, ma se le fanno passare per buone. Nella storia invece sia passata che contemporanea dimostra che quelli che noi consideriamo sotto sviluppati sono pieni di rivoluzioni popolari. Però qui mi sorge il dubbio. Non è che alla fine, tutto sommato stiamo bene? Non siamo inetti ma persone intelligenti e libere che stanno bene? Che facciamo un pò come i ricchi che si soffiano il naso con i 100 euro? Se guardiamo la natura dell'uomo non è mai soddisfatto. Un ladro che ha rubato 100 non è contento e vuole altri 100 anche se può vivere bene lo stesso per un anno intero. Il bambino che ha il suo gioco vuole quello del bambino vicino. Un latin lover che ha donna bellissima accanto a lui è stuzzicato da quella del tavolo più in là. Questo è per dire che l'essere umano non è mai soddisfatto, vuole sempre quel qualcosa in più. Anche in questo caso mi domando se siamo inetti o benestanti o comunque vada non saremo mai contenti?

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  2. Parlando di inetti non posso che collegarmi a quel discorso ricorrente del sistema e della propaganda televisiva e scritta che lavora abilmente nelle nostre menti per farci credere e indirizzare i pensieri. Se immagino un operaio stanco, stressato e arrabbiato di quello che gli porta quotidianamente la vita e me lo immagino sulla poltrona di casa alla sera davanti alla televisione dove sono messe in bella mostra bellissime ragazze svestite, mi sembra un modo come un'altro per farlo distrarre dai problemi e dargli quella momentanea serenità e rabbonirlo. Da che mi risulta non esiste un quotidiano o rete televisiva libera da indicazioni (termine addolcito per non dire sotto dittatura) da parte di partiti. Di conseguenza non esiste giornalista libero di scrivere quello che realmente avviene. Praticamente la famosa etica sulla quale è nato il giornalismo. Questo secondo me resta un falso problema per il semplice motivo che quotidianamente ci troviamo di fronte a queste mancanze ed errori a livello politico con leggi nuove che dicono tutto e niente e per giunta posso essere interpretate con il risultato che in quarant'anni della mia vita non ho visto cambiare niente. Quindi possono far ingoiare la pillola nascosta nel cibo come ai bambini ma se mi guardo indietro vedo il nulla. Non comprendo come si possa continuare a guardare tg e leggere quotidiani senza farsi domande. Non abbiamo memoria o siamo già indirizzati da piccoli, nelle scuole, con i programmi finalizzati a non capire ed esprimere il proprio essere ma ad imparare le cose in modo superfluo e approssimativo così in futuro non siamo un problema per i politici? O il problema ha radici sul fondamento puramente italiano dove io sono il capo e si fa quello che voglio io? Nel senso che abbiamo gran parte di professori universitari, come del resto anche negli altri livelli scolastici inferiori, dove questi statali intoccabili fanno quello che vogliono in base al loro stato d'animo del momento o la loro voglia. Il tutto a discapito del loro ruolo e compito. Di conseguenza è il sistema di comunicazione ben orchestrato o sono gli interpreti inadeguati? Ne sono prova le limitazioni che vengono fatte in paesi come la Cina dove i social network sono limitati. Possiamo dire quella è la Cina mica l'Italia. Si ma fa capire che un governo può limitare o controllare le fonti di comunicazione. Sicuramente anche in Italia verrà fatto, in modo diverso, camuffato, ma fatto. Ho sentito che in certe situazioni come in Egitto, con l'ausilio di siti pirata, si sono creati i presupposti per comunicare liberamente e organizzare la rivoluzione. Si sa che la base perché le cose possano funzionare, nella vita privata e lavorativa, è fondamentale la comunicazione. Quindi questo atto di liberazione da un potere dittatoriale è stato possibile grazie a degli Hacker. Hacker? Ma non sono quelle persone condannate per atti criminali? Mi sorge il dubbio che queste persone non sono altro che i cosiddetti buoni che vogliono creare le basi per una libertà di informazione che a questo punto non esiste e che i governi vogliono bloccare . Quindi chi sono i cattivi? Gli hacker? I giornalisti? I politici? O tutti questi complotti sono solo frutto di immaginazioni? Quello che preoccupa di più è internet. Se usato a fin di bene porta decisamente dei vantaggi. In popoli oppressi con questo strumento si possono far filtrare idee e pensieri che con i comuni metodi cartacei e televisivi non sarebbe possibile. Chiaramente è anche una fonte inesauribile di informazioni, contatti facili e veloci con persone che stanno dall'altro capo del mondo, e tante altre cose che possono aprire le menti e portare miglioramenti. Il mio timore riguarda proprio questa libertà che consente a qualunque persona in cattiva fede di creare falsità, boicottare e soggiogare.

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  3. O più semplicemente da la possibilità a qualunque stupido di scrivere creando disagi e problematiche. Basti pensare ad un caso qualunque come quei giovani suicidi per le prese in giro e insulti fatti nei vari social. Può venirci il dubbio che internet sia stato creato e messo a disposizione di tutti con il concetto di libertà ma in realtà con lo scopo di creare un disordine mentale nella gente? Imbottirla di tante e troppe informazioni, idee e pensieri da non fargli più credere niente? Se hai un dubbio, una volta chiedevi agli amici e famigliari, ora come prima cosa vai su internet. In questo immenso mondo trovi infinità di risposte diverse. Non può che sorgerti il dubbio, qual'è la verità? Collegandomi alla domanda precedente apro un'altra parentesi riguardo al discorso a chi chiedere. Mi da l'impressione che, gli strumenti che ci sono stati dati a disposizione, quali la televisione in passato ed ora internet e gli smathphone, siano strumenti per isolarci. Disperdere le masse. Basti vedere ad esempio i gruppi di giovani per strada, le persone sedute allo stesso tavolo, ognuno con gli occhi fissi sul proprio telefono. Alienati e non più in grado di affrontare una semplice comunicazione verbale tra loro. Ognuno isolato nel proprio spazio e incapace di interagire con chi ha vicino. Come si può sperare in una qualsiasi semplice manifestazione, senza scomodare parole più grandi quali rivoluzioni, se mancano sia unioni d'intenti che unioni di gruppo?

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  4. Un aspetto che qualche tempo fa non avrei mai preso in considerazione perché fuori dalla realtà è l'aspetto fantascentifico. Un giorno mentre svolgevo dei lavori domestici sono stato attratto da un programma che stava guardando mia figlia. Ho chiesto a lei di cosa si trattasse e la sua risposta mi ha spiazzato. Un programma a puntate dove degli scienziati portano le loro teorie basate su fatti, disposizioni geometriche di monumenti, dipinti e documenti storici e quant'altro a a supporto delle loro convinzioni che l'evoluzione dell'uomo sia stata possibile grazie agli alieni. A primo impatto mi sono fatto una risata. Ma avendo concesso nella mia vita tempo a tante persone di vario profilo, per usare un termine generale, ho deciso di dare una possibilità anche a loro. Con mio immenso stupore non ho potuto fare altro che dargli merito alla loro teoria. Le argomentazioni portate erano basate su fatti, numeri e immagini, non discorsi senza significato come gli scontri tra politici nei talk show. Dove si fanno discorsi intricati con utilizzo di vocaboli forbiti per dire niente. La storia che sappiamo è quella vera o è costruita ad hoc? Nel periodo del fascismo e nazismo i libri, soprattuto quelli storici, si sa che sono stati modificati per rafforzare la figura della propria nazione a discapito delle altre. Molti fatti storici sono stati tenuti nascosti, insabbiati o portati alla luce solo per portare vantaggi. Mi chiedo se quello che ci è stato raccontato sia come i filmati inglesi dei mezzi corazzati durante la seconda guerra mondiale disposti sulla costa per far cambiare obbiettivo ai tedeschi ma alla fine non erano altro che sagome di cartone. O come lo spionaggio e controspionaggio e i loro doppi giochi. Qualsiasi storico in passato può aver manipolato le prove e la storia a loro vantaggio. Se si legge la bibbia si racconta di uomini che cammina sull'acqua e aprono varchi nelle acque, ma chi ha scritto? Per quanto possiamo sapere e per metterla sul ridere può essere stato il primo gruppo di amici nella storia ad usare funghi allucinogeni. Sappiamo cosa possono farti credere di vedere. Per riassumere il concetto siamo come delle zanzare paragonandoci alla natura. Essere semplici e insignificanti che vivono vicino ad uno stagno che sono preda di uccelli (i nostri titolari) che a loro volta sono preda delle iene (livelli intermedi) cacciate dai leoni (i politici). Oppure zanzare preda dei pesci (Man in Black) preda degli squali (alieni).

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  5. Guardo mia moglie e la vedo sorridere. Ma non capisco se quello, come gli altri di altre persone, è un sorriso di felicità o di circostanza. Vedo guerre scatenate per motivi religiosi, per idiozie come succede per le partite di calcio. Ogni contesto è buono per sfogare la propria rabbia e angoscia. Siamo quello che siamo o ci rendono così? Se al mondo eliminassimo religioni, squadre, partiti che sono fonti di contenziosi forse si potrebbe vivere ognuno coltivando il proprio orto nel rispetto dell'altro, senza che dall'alto ci bombardino la testa di messaggi in grado di influenzarci la vita.

    Vorrei sapere cosa ne pensa lei. Siamo degli inetti o benestanti incontentabili? Riusciremo mai a ribellarci e prenderci i nostri diritti? Esiste e siamo schiavi di un sistema o siamo liberi (anche fin troppo)?

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    1. Buongiorno, anzitutto la ringrazio per l'intervento e per le interessanti problematiche sollevate.
      Personalmente, ritengo che la società abbia idealizzato la ricchezza come fonte primaria di felicità, subordinando ad essa concetti di più ampia portata. La gerarchia dei valori si è rovesciata, creando una società nella quale gli individui, appagati dal mal comune, accolgono il compromesso come una grande vittoria. Ciò che manca è la capacità di spingersi oltre le ristrette mura del proprio orticello, non capendo che la carestia non escluderà il nostro terreno girandoci attorno, ma lo falcidierà esattamente come quello dei vicini. Privati dell'etica, ci siamo accontentati, nella migliore delle ipotesi, delle brioches di Maria Antonietta. Senza un "recupero etico", il nostro cono visivo ridurrà ulteriormente la propria ampiezza, fino a condurci ad una vera e propria lotta fra poveri nella quale, realmente, ci fronteggeremo per contenderci un pezzo di pane. Nessuno rovescerà il sistema poiché, convinti che i diritti e gli ideali siano cibo per filosofi e romantici viandanti, tutti quanti esulteranno festanti per il pezzo di pane guadagnato, non capendo di stringere tra le mani l'emblema della sconfitta.

      Matteo Andriola

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  6. La ringrazio per la pronta risposta ma attendevo un commento di diverso stampo. Le spiego il mio punto di vista paragonando il suo commento alla lettura fatta oggi di un libro d’attualità degli anni 80. Le mie considerazioni, giuste o sbagliate che siano, derivano dall’osservazione giornaliera delle cose e delle persone. Non sono un’intellettuale, anzi, ammetto che leggo poco, ma mi piace osservare e ascoltare attentamente le semplici cose quotidiane paragonando il tutto alle mie, ma soprattutto alle situazioni generali del passato. E’ vero che il compromesso e il conquistare il poco che ha da offrire il vicino (bello il concetto dell’esultanza della propria sconfitta) è probabilmente il concetto più diffuso in Italia attualmente, ma ripeto attualmente. A supporto della mia tesi porto il fatto che questa è la mentalità, chiaramente generalizzando, dei cinquantenni in su, e sappiamo che aimè sono la maggioranza della popolazione. Parlo delle persone che ti dicono ‘è sempre stato così’, ‘parla a bassa voce che se no ti sentono’, e così via. Ma non vivranno in eterno. Se confronto i nostri nonni di solo lavoro e che il viaggio più lungo è stato di 50 km, con i loro figli che lavorano 10 ore al giorno birra al bar a fine lavoro e qualche viaggio, con i loro nipoti 8 ore aperitivo lungo e un viaggio all’anno e con , dulcis in fundo, i loro pronipoti ancora a scuola ma con caratteristiche sicuramente diverse dai propri genitori e comunque hanno già fatto molte esperienze, non tante quante i loro genitori ma decisamente più dei bisnonni e con 1/8 del tempo. Con questo non dico che si è andati in meglio o in peggio, ma sicuramente tra le varie generazioni c’è stato un aumento della voglia di ribellarsi e di voler imporsi alle regole. Da contadini nelle mura del castello, si è passati alla capanna fuori dalle mura con il proprio piccolo campo, ad un lavoro da schiavi nelle fabbriche, ad una rivoluzione sociale con dei diritti (diciamo anni 60) e con una propria discreta casa. Anche se in contrasto con questo periodo la tendenza sembra essere quella di un continuo miglioramento sociale. Possiamo prendere spunti da molte cose. La musica ad esempio, da una generazione ‘capitanata’ da Claudio Villa ad una ‘capitanata’ da Vasco Rossi non si può dire che qualcosa è cambiato. C’è decisamente più ribellione, voglia di uscire dagli schemi, di imporsi. Proprio un titolo di una canzone attuale del signor Rossi mi ha sorpreso. Il titolo è Cambia-menti, non ricordo cosa tratta la canzone e il suo testo e conoscendo il personaggio scherzandoci sopra potrebbe trattarsi di cambiare una droga con un'altra, ma non è quello ci interessa adesso, quello che voglio sottolineare (e lei in questo momento mi dirà che ho scoperto l’acqua calda) è che non avevo mai fatto caso che la parola cambiamenti (che è quello che vorremmo e ci auspichiamo in questo momento) è composta proprio dalle parole CAMBIA e MENTI. Collegandomi al discorso di prima, ‘caspita quanti CAMBIA-MENTI generazionali ci sono stati!’.

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  7. Chiaramente in tempi brevi la sua teoria la condivido, rapporto vecchi-giovani è ancora grande, le nuove leve sono quantitativamente un ago in un pagliaio (oltretutto fino a 18 anni non possono nemmeno votare). Ma a lungo termine il ciclo naturale delle cose fa il suo percorso, come esiste la legge che nella storia ci sono i cicli di boom economico e di crisi, c’è la legge generale che vuole che il vecchio non torna e il nuovo prende il suo posto (anche se non sempre vera). Se poi vede la classe politica si dice ‘sono tutti vecchi’. Per me è un fatto positivo. Lei dirà che sono fuori di testa. E’ probabilmente lo sono, ma tornando al discorso che i nostri capi dicono ‘si fa quello che dico io perché è così e basta e non devo spiegazioni’, fa si che gli attuali ottantenni leader politici non fanno crescere i loro giovani seguaci. Quando questi resteranno da soli, questi leader politici potranno andare avanti anche ancora per dieci anni o qualcosa di più ma non all’infinito, saranno sovrastati da chi invece si è fatto da solo. Cosa mi fa credere in questo? Un esempio sono le decine e decine di aziende ben strutturate costruite dai padri che sono andate distrutte completamente dai figli tranne in rarissimi casi. Mentre il figlio del vicino di casa con padre operaio in catena, crea la sua azienda o fa una carriera in ascesa purtroppo come accade oggi all’estero. Apro solo una parentesi per dire che non voglio assolutamente sminuire capacità, onore, intelligenza o quant’altro di un operaio o qualunque altro tipo di impiego esistente creando quelle ingiuste differenze sociali che si fanno, ma il mio esempio era per dire che non è detto che le ‘bandiere’ che sventolano oggi siano le stesse di domani, anzi, è più probabile che ne sventolino di nuove. Quanto fece scalpore l’ascesa di Bossi e la Lega Nord che usciva dai soliti schemi moderati e tradizionali dei partiti? Si oggi ha perso consensi, fatalità guarda il caso proprio dopo la caduta di Bossi il fondatore capo e leader, fatalità guarda il caso una delle tante cause è stato il figlio. Ma non è stato un fuoco di paglia, oggi c’è il Movimento 5 stelle. Non discuto forza, potere, idee, organizzazione, ma è un nuovo che avanza, un qualcosa che contrasta il vecchio in modo diverso ma rivoluzionario rispetto alla Lega. Avrà un futuro? Chi lo sa? Vedremo. Potrebbe anche nascere un nuovo movimento ‘rivoluzionario’ ancora più forte e organizzato. Come tutte le rivoluzioni, cambiamenti e cambia-menti ci vuole tempo. Numericamente il quantitativo delle nuove generazioni aumenterà per un semplice fatto naturale e diminuirà questo freno. Ma vedo già qualcosa. Si è vero che questi ologrammi di Renzi, mi piace chiamare così le varie vendite di autoblu, 80 euro e via discorrendo, non sono niente. Ma sono pur sempre cambiamenti riferendosi ad un partito presente da decenni che ha solo cambiato loghi e nomi per far digerire gli errori e le figuracce fatte in passato. Lo stesso Renzi è, seppur moderato e minimo, un esempio della mia teoria che eliminati i vecchi ci si trova un buco generazionale di decenni. E Letta? Pochi anni in più di Renzi è stato trattato come un burattino (confronto giovani fatti da soli e cresciuti con aiuti). Tra Renzi e i vecchi leader del partito non c’è un abisso nei modi di fare, ma qualcosa di diverso si. Un po’ più spregiudicato, aperto e fuori dai loro consueti standard. Non sarà certo il salvatore dell’Italia ma questo ‘piccolo’ è già qualcosa. Può anche succedere che tutto precipita perché no. Ma non penso nemmeno che i vari politici vogliano portare tutto alla disfatta. Perderebbero anche loro tutti i privilegi che hanno. Le loro pensioni d’oro, vitalizzi e rimborsi. Se fanno crollare il sistema, possono avere tutti i soldi che vogliono in tasca, ma sdrammatizzando e fantasticando, se la gente si ritrova costretta a vivere di scambi e baratto i soldi diventano carta straccia, di conseguenza si ritroverebbero con nulla in mano.

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  8. Certo, come si diceva guardando i giovani di oggi che passano gran parte del tempo alienati davanti ad un schermo incapaci di comunicare verbalmente ed interagire con gli altri faccia a faccia non fa ben presagire. Ma come facevano i nostri genitori con noi che ci criticavano continuamente, la stessa cosa lo stiamo facendo noi con i nostri figli. Il mondo sta procedendo verso la multimedialità, mica con corse in macchina stressanti con tempi ristretti tra uffici. Perché la rivoluzione, il cambiamento auspicato, non può essere fatto giustamente con modalità diverse da quelle che siamo convinti noi individui di mezza età? Grillo comunica maggiormente con siti internet mica SOLO con striscioni e fischietti in piazza. Il futuro è multimediale e i giovani sono i più grandi sfruttatori di questo strumento. Noi più vecchi li critichiamo e non li capiamo, ma le probabilità che la ragione sia dalla loro parte a mio avviso è molto alta. Come vedo il futuro? Nero (negativo)? No per me no, troppo semplice e sotto l’influsso della situazione attuale che stiamo vivendo. Grigio (incerto)? Verde (speranza)? Giallo (positivo)? Assolutamente no, nessuno di questi. Lo vedo bianco (neutrale), sicuramente è una banalità la mia, ma lo vedo bianco come una pagina nuova della storia tutta da scrivere. Lo posso vedere come se si guardasse l’oceano dalla riva della spiaggia. L’acqua che con la sua profondità nasconde il suo contenuto (futuro) e il cielo limpido e sconfinato che mostra tutto e talmente tanto da non poterlo vedere completamente nello stesso istante (presente). Le onde sono quel sali e scendi che la storia ci ha raccontato e che continua ad avanzare verso di noi. Come sarà la prossima onda che arriva (quello che sarà il domani)? Basta saper osservare attentamente. Se c’è un temporale all’orizzonte in arrivo le onde cresceranno, restando lì a guardarle senza prepararti al cambio ne verrai travolto e risucchiato al suo interno come ha risposto lei. Ma se ti organizzi e ti prepari in tempo e ti crei quelle difese adeguate per resistere al momento di difficoltà, quando passerà la tempesta tutto tornerà tranquillo come prima se non meglio. Molto probabilmente il mio commento può sembrare sbagliato e fantasioso. Condivido a mio dire la corretta analisi della realtà descritta da lei sull’accontentarsi dei compromessi e il rubare al vicino che viviamo oggi, ma con vista ben più lontana, a parer mio è destinata gradualmente e naturalmente a sparire giorno per giorno, senza mezzi termini e spietatamente parlando, con la ruota della vita, ovvero al decesso di un ‘vecchio’ e alla nascita di un neonato.

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